La Canna da Riva
... per alcuni sconosciuta, per altri "questione personale", altri ancora la definiscono tecnica unica e sola;
Bhe ... ci sarebbe tanto da dire questa disciplina, intere pagine e illustrazioni che danno una minima infarinatura di questo emisfero, ma che in realtà nemmeno con un enciclopedia riusciresti a spiegala, ma oggi ci proviamo, ovviamente vista con i miei occhi e con le mie esperienze ...
Prima di imbattermi nell'affrontare delle vere e proprie competizioni Agonistiche di Canna da Riva, ne sentivo parlare molto poco, disinteressato proprio e non sapevo che tecniche come la Pesca a Bolognese, la Pesca con la Bombarda, erano appendici di essa ... per cui, visto il mio baglio tecnico dell'uso del galleggiante, decisi di approcciarmi all'agonismo!
Un mio compagno di squadra, nonchè un amico e grande campione che cito con orgoglio, Rosario Grasso, mi disse che "imparare la canna da riva o quantomeno cimentarsi in essa, mi sarebbe servita anche per le competizioni di surfcasting"! da li iniziai a muovere i primi passi;
Qualcuno di voi amici lettori e appassionati, si starà chiedendo quale possa essere l'elemento di unione tra le due tecniche, ebbene si! il maneggiare fili sottili, avere cura di eseguire nodi, asole perfette, presentare le esche nella migliore naturalezza possibile, sono "pillolette" che nelle gare da Surfcasting hanno fatto la differenza, soprattutto quando la ricerca dei pesci di galla o di prede sospettose, impongono preziosismi nella costruzione dei calamenti;
Ma lasciamo il Surfcasting, di cui ci occuperemo in un altro articolo e non perdiamo la rotta ... la canna da riva deve essere intesa come una serie di discipline messe assieme, ognuna di essere può essere applicata in base agli spot, alle condizioni meteo e alla naturale presenza di pesci nel settore in cui si pesca, che sia imposto da un sorteggio nel caso di gare federali o nelle normali attività di pesca amatoriale;
Fanno parte di essa le tecniche: Bombarda, Lancetto, Pesca in Buca, Bolognese, Pesca al colpo ... e forse qualche altra tecnica che magari non conosco ... :) Esaminiamole in maniera generale (magari a richiesta entreremo nei dettagli):
PESCA CON BOMBARDA:
La bombarda è una tra le attrezzature da pesca che offrono delle ottime opportunità nella ricerca dei predatori di galla e non solo. Una tecnica di cattura molto efficace e se si usano degli assetti specifici può diventare un metodo micidiale.
Il funzionamento della bombarda è presto detto. Grazie alla sua forma molto aerodinamica ed al suo peso è un ottimo vettore per lanciare lontano un’esca. Una volta in acqua, va recuperata e grazie alla forma e alle diverse caratteristiche di galleggiabilità, farà lavorare l’inganno a galla o sotto la superficie.
La migliore soluzione per lanciarla da terra è avvalersi di una canna all’inglese di circa quattro metri, con una potenza dai 20 ai 40 gr. Un'attrezzo del genere, offrirà l’opportunità di lanciare meglio, più lontano e soprattutto usare terminali lunghi, che in questa pesca sono fondamentali.
Poter usare un terminali di due/tre metri, consentirà di insidiare meglio le nostre prede, perché farà lavorare l’esca in acqua pulita, lontano dalla turbolenza della bombarda stessa. Le bombarde hanno delle grammature e delle caratteristiche rispetto alla affondabilità che ne differenziano l’uso.
Le esche migliori da usare con questa tecnica, sono il coreano, il verme di terra e il saltarello petit o meglio chiamato "tunisino".
Monteremo il complesso pescante in questa sequenza: lenza in bobina dello 0,20/0,22, bombarda – una perlina in gomma salva nodo – girellina multipla o sgancio rapido e un terminale abbastanza lungo rigorosamente in fluorcarbon del diametro compreso tra lo 0,12/0,16 – amo possibilmente cristal perchè la sua brillantezza può attirare il pinnuto . Con questo assetto saremo immediatamente in pesca. Le prede più comuni saranno le aguglie, le lecce stelle, le occhiate i sugheri e tutto quello che gironzola intorno, ma non saranno rari attacchi di pesci non proprio piccoli;
LANCETTO:
Nella canna da riva non sempre il galleggiante è protagonista, infatti, pur
essendo un derivato della pesca dagli arenili, il nostro lancetto segue una linea propria sia per quanto
riguarda l’attrezzatura sia per terminali e accessori in genere. Le prede, poi,
non sono proprio le più ricercate, perché spesso la pesca a lancetto ha come
obiettivo la quantità e la cattura da record rappresenta un’evenienza rara.
Questo aspetto è legato alla tipologia del fondale abitato da numerose
specie che non raggiungono quasi mai dimensioni notevoli. In queste situazioni,
però, le abboccate arrivano una dietro l’altra, costringendoci a restare sempre
molto concentrati. E il carniere si riempie facilmente.
La Donzella, una delle prede tipiche della pesca a lancetto
Con il lancetto si pesca dalle scogliere, soprattutto naturali, dove il
fondale irto di insidie degrada lentamente per poi progressivamente dare spazio
alla posidonia, parti di sabbia e alle rocce isolate. Non sono comunque da
escludere le scogliere artificiali, purché il fondo sia simile a quello
descritto;
Palermo Foro Italico – Campo gara dove si è disputata la Semifinale del Campionato Italiano
di Canna da Riva 2022
In questi posti troveremo pesci della famiglia dei Labridi, donzelle, sciarrani e saraghi di tutti i tipi, come il fasciato e lo sparlo, ma ci potremmo imbattere in esemplari di piccole spigole o di dentici e cernie che non resistono ad un innesco magari più generoso o attratti dal pesce foraggio presente sulle esche.
Canne robuste ma leggere e sensibili
Il lancetto può essere praticato con diversi tipi di canne: da quelle per il beach ledgering ad altre dedicate alla pesca dalla barca. L’ideale è un attrezzo lungo intorno ai 5 metri, misura adatta ai lanci lunghi e, allo stesso tempo, a recuperare il terminale anche su fondali accidentati con minori rischi d’incaglio. L’importante è che la punta sia molto sensibile, meglio se del tipo “riportato” in fibra di vetro. Inoltre, l’azione della canna deve permetterci di lanciare lontano senza rischiare che si romperla ma, allo stesso tempo, l’attrezzo deve risultare leggero per non stancare il polso, dato che si pesca sempre tenendo la canna in mano. Un aiuto ce lo può dare anche la placca porta mulinello, che deve essere posizionata in modo tale da bilanciare il peso della canna e permetterci di lanciare comodamente facendo leva con le due mani. Per lanciare a 60-80 metri da riva bastano canne leggere e robuste dalla vetta intercambiabile con potenza fino a 100 grammi.
Ivan Gambino Atleta della Società La Torre Gente di Mare a.s.d. durante la Semifinale del Campionato Italiano 2022
Lenze trecciate sul mulinello
Nella pesca con il lancetto anche il mulinello ha la sua importanza, deve di buone dimensioni, con un buon rapporto di recupero, potente e dotato di bobina conica per un’ottima uscita del filo che si traduce in lanci più lunghi. Personalmente non amo diametri importanti quindi un buon nylon del 25 risulta essere più che sufficiente per raggiungere ottime distanze di lancio con piombature relativamente leggere, oppure con multi fibra dello 0,06 fino ad un max di 0.10 di diametro, quest’ultimo, grazie alla sua rigidità sarà più sensibile alle tocche dei pesci. I terminali sono a braccioli: se ne montano due, di lunghezza variabile secondo le prede e in diametri dallo 0,15 allo 0,22, collegati ad un trave dello 0,25 o poco meno, lungo circa 60-90 centimetri. Per pesci leggeri come donzelle e piccoli sciarrani bastano terminali da 15 centimetri dello 0,15-0,19 mentre per i labbridi aumentano a 20 centimetri dello 0,17-0,22 e per saraghi e sparidi si sale a 30 centimetri di nylon dello 0,17-0,19. Valutare anche la scelta del fluorocarbon in base allo spot;
Ami, accessori ed esche
Gli ami adatti per il lancetto sono i nichelati e i bronzati, purché a
gambo lungo, per facilitare l’innesco e la slamatura delle prede nelle misure
che vanno dal 10 al 14.
Sasame ST-05 Setouchi M - Infallibile Penetrazione
Per garantire una perfetta rotazione degli spezzoni che reggono gli ami e ridurre i rischi di accavallamento sul trave, possiamo collegare i braccioli utilizzando delle perline a doppio foro. Il sistema diventa quasi obbligatorio pescando le donzelle, che roteano in fase di recupero e finiscono per ingarbugliare i braccioli se questi non sono collegati attraverso gli snodi.La piombatura finale va da 40 a 120 grammi in base alla distanza di lancio e alla profondità.
Le esche più usate per questa pesca sono il muriddu, esca vincente tra le
rocce, il verme coreano , economico e di buona resa, attira tutte le specie che
abitano i fondali di roccia e posidonia e il saltarello petit o tunisino, esca
unica per mobilità. Un’ottima alternativa è il filetto di calamaro, tagliato a
piccole strisce e “cucito” sull’amo più volte.
Le esce più usate: Muriddu e Coreano
Come accennato, durante l’azione di pesca la canna va sempre tenuta in
mano, lanci e recuperi si ripetono di continuo e il retino si colma in fretta.
Anche questa tecnica prevede trucchi e malizie più o meno catturanti ma ciò
che è davvero importante è l’esatta stima della profondità, così che le
mangiate arrivino subito. Nel caso di abboccata immediata, conviene sistemare
una clip sulla bobina del mulinello per fermare il filo in uscita sempre alla
stessa lunghezza: in questo modo i lanci successivi andranno tutti
sull’obiettivo e saremo sicuri di fare una divertente pescata.
PESCA IN BUCA
Bella gatta da pelare!
Non sapevo proprio cosa potesse essere, ma poi con il
tempo, con esperienza e imparando a guardare sempre lo spot prima di ogni
competizione, mi portava a pensare che in mezzo agli anfratti, qualcosa c’era.
Da qui, parte la mia ricerca, inizio a leggere, guardare, cercando di trovare
la quadra …
Durante le mie competizioni dedico molto tempo a
questa sotto disciplina, cerco sempre di farla fruttare nei primo momenti di
gara quando, visti gli orari di inizia gara, il pesce dovrebbe ssere più attivo.
Ovviamente non sono un professionista, in Italia ci sono Guru di questa
discipli, ma io do la mia personale impressione.
Partiamo dalle basi, per intraprendere nella miglio
maniera questa tecnica, ci occorrono delle canne particolari, le Teleregolabili.
Attrezzi che vanno dai 5 mt fino ai 13 mt … sono canne che in media hanno i
primi elementi telescopici e poi iniziano una serie di parti in gomma che
bloccano le varie sezioni delle canne …il tutto serve al fine di potere decidere
dove calare i nostri travi con i nostri inganni, ma molto più importante è il
fatto di poterci permettere di mettere le nostre esche nel “buco” individuato
ad una distanza ben precisa, questo perché per la pesca in buca in buca, la
lenza deve ricadere perpendicolarmente e non in diagonale al fine di evitare
gli incagli.
Teleregolabile – Dettaglio degli stop in gomma
Questa particolare canna, può essere ulteriormente
modificata, sdoppiando le vette in modo da avere una sensibilità maggiore.
I travi che uso sono particolarmente raccolti,
mantengo una madre dello 0.18 – 0,20 a cui lego braccioli di circa 7/8 cm in
grandi linee, poi sono le prove e l’esperienza che insegnano a trovare i giusti
assetti … gli ami che prediligo sono sempre degli aberdin nelle misure 12 – 14 a
cui riesco ad innescare i classici anellidi o gambero …
Esempio di calamento
La scelta del piombo può essere altrettanto
determinante … mi convince l’idea che un piombino colorato di bianco possa fare
differenza in termini attrattivi, che crei un minimo di curiosità nel pesce che
poi trova l’esca …
Le grammature, ovviamente, funzionano in base allo
spot, a quello che abbiamo sotto. Amo pescare leggero, ma se devo bucare uno
strato di alga, sono arrivato anche a 50 grammi di piombo.
Non amo particolarmente usare pasture nella pesca in
buca, sono convinto che farine e/o elementi naturali quali cozze, scarti del
gambero che sgusciamo o sardine triturate, contribuiscano a saziare il pesce,
quindi vado diretto con le esche che ho scelto per quella sessione di pesca.
La pesca in buca è molto imprevedibile, butti la
paratura a fondo e non sai mai cosa può succedere, cosa può abboccare, la
sorpresa è sempre… in buca!!!
Sciarrano catturato in una buca
Ah dimenticavo: vi ricordate quando dissi che la lenza
deve cadere perpendicolarmente sulla buca, bene, cercate di andare un pelo
oltre il punto, oltre la buca che avete scelto … l’acqua vi inganna e non
entrerete in diagonale in acqua.